20 ESSENTIALS: Rhythm'n'Blues & Soul 1937-1970 1
20 ESSENTIALS: Rhythm'n'Blues & Soul 1937-1970 1
di Carlo Babando
[nell'immagine: Ray Charles]
Il viaggio che ci accompagnerà per tre mesi all’interno della musica afroamericana, giungendo a lambire quel meraviglioso spartiacque che fu il Marvin Gaye di “What’s Going On”, inizia con una lista di venti dischi per un genere che non c’è. Ancora meglio: una lista di venti “raccolte di canzoni” per un genere che potrebbe esistere. Se avete deciso di iniziare a leggere queste righe i motivi dovrebbero essere essenzialmente due, ovverosia che avete già l’attestato di fini conoscitori della materia, oppure che ne sapete poco ma avete tanta voglia di iniziare ad approfondire. In entrambi i casi valgono le doverose indicazioni che seguiranno, ma ancora di più se ad approcciare la poderosa lista delle prossime pagine è qualcuno che lo sta facendo giusto per curiosità, oppure – sarebbe bellissimo – partendo dal presupposto che “questa roba è vecchia, mortalmente noiosa e fa schifo, schifo, schifo”.
Proviamo innanzitutto a ricostruire il contesto, mai come in questo caso fondamentale alla comprensione di un mosaico i cui tasselli, in certi casi, differiscono assai più di quanto sarebbe lecito aspettarsi. Potremmo prendere a riferimento l’attacco di Pearl Harbor del 7 dicembre 1941, con il quale gli Stati Uniti entravano anche loro nel rivoltante budello della seconda guerra mondiale. Di quello che seguì nei mesi a venire non è questa la sede in cui occuparcene, vi basti sapere che sul suolo americano non c’erano (ehm…) né invasori né invasati, e quindi si provava ancora a ballare facendo finta che tutto andasse bene. Allora ecco orchestre e serate danzanti a tempo di jazz, così come era uscito fuori dalle impollinazioni avvenute nel bayou dalle parti di New Orleans e rimaneggiato, in maniera più o meno riuscita, allorché si iniziò a ruminarne armonie e melodie per un pubblico un po' più altezzoso di quello che affollava Congo Square. […]
…segue per 18 pagine nel numero 242 / 243 di Blow Up, in edicola a luglio e agosto 2018 al costo di 9 euro: numero doppio estivo!
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#242-243) al costo di 10 euro - spese postali incluse - e vi verrà spedito immediatamente via posta prioritaria. Se lo richiedete dopo il mese di riferimento dell’uscita vi verrà spedito, come ogni altro arretrato, con il primo invio mensile di abbonamenti e arretrati.
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è l’abbonamento: risparmiate minimo 16 euro sul prezzo di copertina e avete la certezza di non perdere neanche uno dei numeri pubblicati garantendovi tutti gli eventuali allegati e i numeri speciali; in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale ve lo spediremo di nuovo.
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
[nell'immagine: Ray Charles]
Il viaggio che ci accompagnerà per tre mesi all’interno della musica afroamericana, giungendo a lambire quel meraviglioso spartiacque che fu il Marvin Gaye di “What’s Going On”, inizia con una lista di venti dischi per un genere che non c’è. Ancora meglio: una lista di venti “raccolte di canzoni” per un genere che potrebbe esistere. Se avete deciso di iniziare a leggere queste righe i motivi dovrebbero essere essenzialmente due, ovverosia che avete già l’attestato di fini conoscitori della materia, oppure che ne sapete poco ma avete tanta voglia di iniziare ad approfondire. In entrambi i casi valgono le doverose indicazioni che seguiranno, ma ancora di più se ad approcciare la poderosa lista delle prossime pagine è qualcuno che lo sta facendo giusto per curiosità, oppure – sarebbe bellissimo – partendo dal presupposto che “questa roba è vecchia, mortalmente noiosa e fa schifo, schifo, schifo”.
Proviamo innanzitutto a ricostruire il contesto, mai come in questo caso fondamentale alla comprensione di un mosaico i cui tasselli, in certi casi, differiscono assai più di quanto sarebbe lecito aspettarsi. Potremmo prendere a riferimento l’attacco di Pearl Harbor del 7 dicembre 1941, con il quale gli Stati Uniti entravano anche loro nel rivoltante budello della seconda guerra mondiale. Di quello che seguì nei mesi a venire non è questa la sede in cui occuparcene, vi basti sapere che sul suolo americano non c’erano (ehm…) né invasori né invasati, e quindi si provava ancora a ballare facendo finta che tutto andasse bene. Allora ecco orchestre e serate danzanti a tempo di jazz, così come era uscito fuori dalle impollinazioni avvenute nel bayou dalle parti di New Orleans e rimaneggiato, in maniera più o meno riuscita, allorché si iniziò a ruminarne armonie e melodie per un pubblico un po' più altezzoso di quello che affollava Congo Square. […]
…segue per 18 pagine nel numero 242 / 243 di Blow Up, in edicola a luglio e agosto 2018 al costo di 9 euro: numero doppio estivo!
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000