20 Essentials - Power Pop
20 Essentials - Power Pop
di Eddy Ciĺa con Roberto Calabṛ e Marco Sideri
[nella foto i Big Star]
NON ASCOLTI MAI la mia musica, You Never Listen To My Music, accusa – ma più che altro constata, sconsolato – il titolo di una canzone della Dwight Twilley Band e che ironia che quella canzone non l’abbia in effetti ascoltata nessuno – letteralmente – per diciassette anni. Tanto trascorreva dacché il duo di Tulsa, trapiantato a Los Angeles e paracadutato a Londra da un’etichetta ansiosa di monetizzare ulteriormente con un 33 il successo di un 45 giri, la incideva a quando nel ’93 veniva inclusa in un CD dal titolo altrettanto esplicito: “The Great Lost Twilley Album”. Come si racconta nella scheda di “Sincerely”, Dwight e Phil Seymour in Inghilterra non poltrivano e in breve c’era materiale più che bastante a confezionarci un LP. Peccato che nel frattempo la Shelter si fosse ritrovata senza un distributore. Nei mesi necessari perché il problema venisse risolto questo accadeva: che la Dwight Twilley Band continuava a registrare brano dopo brano e alla fine un intero secondo album veniva accantonato (quando si tratterà di dare un seguito all’esordio i ragazzi preferiranno mettere mano a canzoni tutte nuove); e che della Dwight Twilley Band le masse, in precedenza sedotte dall’ammiccare sexy di I’m On Fire, si dimenticavano. “Sincerely” sarà apprezzato più dalla critica che dal pubblico.
Parabola esemplare per cominciare a raccontare un genere (uno stile, quasi una filosofia di vita) il cui grande romanzo di vicende così è pieno. Se qualcosa potrà andare per il verso sbagliato, lo farà. I Badfinger vengono salutati come “i nuovi Beatles” ed è il fallimento della casa discografica dei vecchi Beatles a rendere la favola un dramma con a fondo corsa due suicidi. I Raspberries sono a un passo pur’essi dal raccogliere il testimone dai Fab Four e quello che resterà il loro album classico dimezza la platea delle ragazzine adoranti, la medesima che rimarrà indifferente a Paley Brothers e Shoes, incomprensibilmente. Pupilli di una stampa che si potrebbe inchiodare (non fosse indiscutibile il loro talento) a un solare conflitto di interessi (quanto solare? la loro sala prove è negli uffici del “New York Rocker”, fate un po’ voi), i dB’s anche solo per rimediare un contratto discografico devono espatriare. Alex Chilton celebra le ragazze di settembre ma fintanto che non saranno altre ragazze a cantarle (ben dodici anni dopo) una delle canzoni più irresistibili negli annali del pop-rock rimarrà un oggetto di culto per circoli iniziatici. Similmente Jack Lee scrive un paio di hit colossali ma a incassare sono Blondie e Paul Young. Nel magico quanto sovente tragico mondo del power pop anche quando sembrano andare bene le cose stanno in realtà andando male. [...]
…segue per 12 pagine nel numero 184 di Blow Up, in edicola a Settembre 2013 al costo di 6 euro
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#184) al costo di 10 euro - spese postali incluse - e vi verrà spedito immediatamente via posta prioritaria. Se lo richiedete dopo il mese di riferimento dell’uscita vi verrà spedito, come ogni altro arretrato, con il primo invio mensile di abbonamenti e arretrati.
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Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
NON ASCOLTI MAI la mia musica, You Never Listen To My Music, accusa – ma più che altro constata, sconsolato – il titolo di una canzone della Dwight Twilley Band e che ironia che quella canzone non l’abbia in effetti ascoltata nessuno – letteralmente – per diciassette anni. Tanto trascorreva dacché il duo di Tulsa, trapiantato a Los Angeles e paracadutato a Londra da un’etichetta ansiosa di monetizzare ulteriormente con un 33 il successo di un 45 giri, la incideva a quando nel ’93 veniva inclusa in un CD dal titolo altrettanto esplicito: “The Great Lost Twilley Album”. Come si racconta nella scheda di “Sincerely”, Dwight e Phil Seymour in Inghilterra non poltrivano e in breve c’era materiale più che bastante a confezionarci un LP. Peccato che nel frattempo la Shelter si fosse ritrovata senza un distributore. Nei mesi necessari perché il problema venisse risolto questo accadeva: che la Dwight Twilley Band continuava a registrare brano dopo brano e alla fine un intero secondo album veniva accantonato (quando si tratterà di dare un seguito all’esordio i ragazzi preferiranno mettere mano a canzoni tutte nuove); e che della Dwight Twilley Band le masse, in precedenza sedotte dall’ammiccare sexy di I’m On Fire, si dimenticavano. “Sincerely” sarà apprezzato più dalla critica che dal pubblico.
Parabola esemplare per cominciare a raccontare un genere (uno stile, quasi una filosofia di vita) il cui grande romanzo di vicende così è pieno. Se qualcosa potrà andare per il verso sbagliato, lo farà. I Badfinger vengono salutati come “i nuovi Beatles” ed è il fallimento della casa discografica dei vecchi Beatles a rendere la favola un dramma con a fondo corsa due suicidi. I Raspberries sono a un passo pur’essi dal raccogliere il testimone dai Fab Four e quello che resterà il loro album classico dimezza la platea delle ragazzine adoranti, la medesima che rimarrà indifferente a Paley Brothers e Shoes, incomprensibilmente. Pupilli di una stampa che si potrebbe inchiodare (non fosse indiscutibile il loro talento) a un solare conflitto di interessi (quanto solare? la loro sala prove è negli uffici del “New York Rocker”, fate un po’ voi), i dB’s anche solo per rimediare un contratto discografico devono espatriare. Alex Chilton celebra le ragazze di settembre ma fintanto che non saranno altre ragazze a cantarle (ben dodici anni dopo) una delle canzoni più irresistibili negli annali del pop-rock rimarrà un oggetto di culto per circoli iniziatici. Similmente Jack Lee scrive un paio di hit colossali ma a incassare sono Blondie e Paul Young. Nel magico quanto sovente tragico mondo del power pop anche quando sembrano andare bene le cose stanno in realtà andando male. [...]
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000