20 ESSENTIALS: Neopsichedelia UK 1980-1990 [pt.1]
20 ESSENTIALS: Neopsichedelia UK 1980-1990 [pt.1]
di Roberto Municchi con Stefano I. Bianchi
[nell'immagine: Julian Cope, foto di Lawrence Watson]
Nel Regno Unito (ma anche nel resto del mondo) all’alba degli anni ’70 inizia il declino dell’originario rock psichedelico. Dopo i fuochi d’artificio della Londra del 1967 e i fertili anni seguenti, nuovi generi e nuove tendenze – da progressive rock, hard rock e glam fino ad arrivare a punk e new wave – si contendono i gusti musicali dei giovani britannici. Dagli ultimi sussulti della scena freak di Ladbroke Grove, nella prima metà degli anni ’70, è successo poco o nulla in questo campo, pochi nuovi personaggi di rilievo sono riusciti a colmare il vuoto lasciato dai vecchi gruppi, ormai sciolti o persi in altre avventure, nei cuori degli amanti dei suoni visionari in epoca punk-new wave, giusto gli Here & Now, moderni hippies che non disdegnano libere frequentazioni (vedi l’album, datato 1978, “What You See… Is What You Are” diviso con gli Alternative Tv), i Soft Boys che, fin dal 1977, anno di uscita del 7” Give It To The Soft Boys, totalmente incuranti delle nuove mode, iniziano a pubblicare canzoni di ispirazione lisergica che protraggono fino al decennio successivo attraverso l’ottimo “Underwater Moonlight”, obbligatoriamente il primo passo del nostro cammino, e il trio di gruppi di Liverpool che esordiscono all’unisono nel 1979 e di cui diremo più avanti. Ma se il genere è moribondo, l’attitudine rimane viva, pronta ad attendere i momenti propizi per insinuarsi tra le nuove tendenze e tornare in auge come un fuoco che cova sotto la cenere. I momenti propizi arrivano col decennio successivo, i famigerati anni Ottanta; gli scenari iniziano a cambiare e praticamente ovunque si assiste a un progressivo revival che non riguarda soltanto il rock psichedelico ma l’intero universo Sixties, in ogni sua immaginabile declinazione, garage rock, beat, folk rock, pop e così via. […]
…segue per 20 pagine nel numero 237 di Blow Up, in edicola a febbraio 2018 al costo di 6 euro
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#237) al costo di 10 euro - spese postali incluse - e vi verrà spedito immediatamente via posta prioritaria. Se lo richiedete dopo il mese di riferimento dell’uscita vi verrà spedito, come ogni altro arretrato, con il primo invio mensile di abbonamenti e arretrati.
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è l’abbonamento: risparmiate minimo 16 euro sul prezzo di copertina e avete la certezza di non perdere neanche uno dei numeri pubblicati garantendovi tutti gli eventuali allegati e i numeri speciali; in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale ve lo spediremo di nuovo.
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
[nell'immagine: Julian Cope, foto di Lawrence Watson]
Nel Regno Unito (ma anche nel resto del mondo) all’alba degli anni ’70 inizia il declino dell’originario rock psichedelico. Dopo i fuochi d’artificio della Londra del 1967 e i fertili anni seguenti, nuovi generi e nuove tendenze – da progressive rock, hard rock e glam fino ad arrivare a punk e new wave – si contendono i gusti musicali dei giovani britannici. Dagli ultimi sussulti della scena freak di Ladbroke Grove, nella prima metà degli anni ’70, è successo poco o nulla in questo campo, pochi nuovi personaggi di rilievo sono riusciti a colmare il vuoto lasciato dai vecchi gruppi, ormai sciolti o persi in altre avventure, nei cuori degli amanti dei suoni visionari in epoca punk-new wave, giusto gli Here & Now, moderni hippies che non disdegnano libere frequentazioni (vedi l’album, datato 1978, “What You See… Is What You Are” diviso con gli Alternative Tv), i Soft Boys che, fin dal 1977, anno di uscita del 7” Give It To The Soft Boys, totalmente incuranti delle nuove mode, iniziano a pubblicare canzoni di ispirazione lisergica che protraggono fino al decennio successivo attraverso l’ottimo “Underwater Moonlight”, obbligatoriamente il primo passo del nostro cammino, e il trio di gruppi di Liverpool che esordiscono all’unisono nel 1979 e di cui diremo più avanti. Ma se il genere è moribondo, l’attitudine rimane viva, pronta ad attendere i momenti propizi per insinuarsi tra le nuove tendenze e tornare in auge come un fuoco che cova sotto la cenere. I momenti propizi arrivano col decennio successivo, i famigerati anni Ottanta; gli scenari iniziano a cambiare e praticamente ovunque si assiste a un progressivo revival che non riguarda soltanto il rock psichedelico ma l’intero universo Sixties, in ogni sua immaginabile declinazione, garage rock, beat, folk rock, pop e così via. […]
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000